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GRAND GUIGNOL DIABOLIQUE E IL SUO CORAGGIOSO PROGETTO MUSICALE


Parliamo di una band particolare, quest’oggi, “Grand Guignol Diabolique”, autodefinitasi “una strana bestia nel panorama musicale attuale”.

Per di più rifiuta ogni catalogazione e per questo non trova spazio, se non nella nicchia di aficionados sempre alla ricerca di qualcosa che si stacchi dal piatto grigiume generale.

Si fà quindi prima a dirvi cosa NON E’ Grand Guignol Diabolique: non é funky, non é disco, non é rap, non é hip hop, non é trap, non é pop commerciale, non é musica elettronica, non é folk, non é tecno, non é heavy metal, non é latin, non é un sacco di cose. E’ soltanto quello che non ti aspetti di ascoltare. E’ la voglia di trasportare l’ascoltatore (o ascoltatrice) in un mondo parallelo, una sorta di “Alice nel paese delle meraviglie”, dove nulla è scontato, dove le canzoni sono al centro di tutto e sono vere canzoni che non cercano scorciatoie ad effetto per attirare l’attenzione. Canzoni in cui tutto può accadere e dove 1+1 difficilmente farà 2.
Logico che per arrivare a questo, le influenze musicali nel corso degli anni, hanno abbondato. Queste forse le più significative a livello di creazione di uno stile autonomo:

The Beatles, Soundgarden, The Who, Nirvana, Xtc, Led Zeppelin, The Beach Boys, Jeff Buckley, David Bowie, The Queen, Stevie Wonder, Frank Zappa, Foo Fighters, Queens of the Stone Age, Japan, Peter Gabriel, The Kinks, The Jam & Paul Weller, Afterhours, Luigi Tenco, Jimi Hendrix, Serge Gainsbourg, ecc.ecc….

E la lista potrebbe andare avanti ancora tanto, coi nomi più disparati, perché (anche se con progetti musicali differenti) si é nel mondo della musica “creata e suonata” dagli anni ’80…

Il suono “Grand Guignol Diabolique” é un suono ruvido, tagliente, fatto in prevalenza di chitarre che squarciano il silenzio. Ma che non disdegna neanche le incursioni elettroniche, come per esempio in “Nessuno vale”, traccia conclusiva del nuovo CD “Lingua (vol.1)” e in innumerevoli altre canzoni in cui i synth e le tastiere avvolgono le chitarre per creare panorami differenti, ma SEMPRE con la precedenza alla melodia, alle armonie e alla ritmica, vero cuore pulsante del sound Grandguignoldiabolesco…

Tutto questo risulterà forse drammaticamente controcorrente se non addirittura un progetto suicida, visto che si sfida palesemente l’establishment, che ormai si basa su un unico polpettone di proposte musicali tutte rigorosamente “a norma” e iper banali, ma Grand Guignol Diabolique é una sfida continua. Finora persa a livello commerciale, ma ampiamente vinta a livello artistico. Siete d’accordo? 😉

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